PALERMO. Il valore della Mepal sarebbe stato sottostimato dal consulente tecnico della Procura di Palermo, la quale ha poi presentato l’istanza di fallimento del Palermo Calcio. Lo dicono i Ctu del Tribunale nella consulenza tecnica depositata alle parti che avranno dieci giorni di tempo per presentare le controdeduzioni. La Mepal, società a cui era stato ceduto il marchio del Palermo, poi acquisita per 40 milioni (inseriti tra i crediti della società calcistica) dalla società lussemburghese Alyssa, è il nodo attorno a cui ruota anche l’indagine penale nella quale sono coinvolti Maurizio Zamparini, il figlio Paolo Diego e i vertici di Alyssa per falso in bilancio, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio.
Al 30 giugno 2016 il valore della Mepal per i Ctu del Tribunale sarebbe “pari a 19,739 milioni di euro. Per contro il consulente della Procura arriva a quantificare il patrimonio netto corrente di Mepal in 14,404 milioni di euro”.
Per questo motivo, continuano i consulenti Daniele Santoro, Saverio Mancinelli e Angelo Paletta, “la valutazione del capitale economico di Mepal, seguendo la medesima metodologia adottata dal consulente della Procura, non ha portato in evidenza fattori che giustifichino una perdita durevole di valore e dunque la svalutazione dell’iscrizione della partecipazione nel bilancio del 30 giugno 2015”.
Anche la cessione della Mepal alla Alyssa secondo i Ctu i del Tribunale non sarebbe un’operazione che interessa “direttamente il soggetto giuridico Palermo spa”. Pur essendo infatti generiche, sempre secondo i Ctu, le motivazioni che hanno portato alla cessione dell’intero pacchetto di Mepal, queste “attengono alla sfera delle responsabilità degli organi di governo dell’acquirente, primo fra tutti gli amministratori di Alyssa”.
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