Omicidio Fragalà, il racconto del pentito Siragusa: "Così ho procurato la mazza per colpirlo"
PALERMO. “Vorrei precisare che prima dell’omicidio, mentre ero con Ingrassia e Abbate, al borgo è venuto Arcuri che ha chiamato Abbate da parte. I due hanno parlato dieci minuti circa e poi Arcuri ci ha chiesto se era tutto a posto e se ci eravamo organizzati. Noi abbiamo risposto positivamente e poi abbiamo chiesto ad Abbate che cosa voleva Arcuri e lui ci ha detto che voleva sapere se eravamo organizzati”. E’ così che Antonino Siragusa, imputato nel processo per l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà a febbraio 2010, chiama in causa un altro imputato: Francesco Arcuri. In un precedente interrogatorio aveva escluso il suo coinvolgimento nel delitto, ma l’11 gennaio scorso ha reso un’altra versione dei fatti, parzialmente dissimile dalla prima. Enzo Fragalà, morì sette anni fa dopo un'aggressione per la quale sono finiti sotto processo davanti alla corte d’assise di Palermo, oltre Arcuri e Siragusa, anche Salvatore Ingrassia, Antonino Abbate, Paolo Cocco e Francesco Castronovo. “Prima che venisse Arcuri - ha spiegato ai pm che hanno depositato l’interrogatorio agli atti del processo - io avevo già parlato con Abbate che mi aveva riferito che dovevamo andare a dare quattro colpi di legno all’avvocato Fragalà. Ricordo che chiesi ad Abbate perché dovevamo andarci noi e non potevamo mandare qualcuno. Lui rispose che doveva farlo personalmente perché ‘Fragalà invece di fare l’avvocato, faceva il carabiniere’”. Siragusa chiarisce anche come si procurò la mazza usata per il pestaggio e come poi fu distrutta. “La mazza - ha spiegato - l’ho procurata io presso un magazzino dello zio di Chiarello. Si trattava di un piccone da cui ho tolto la parte in metallo e me la sono portata in motore per poi lasciarla in agenzia. Dopo averla utilizzata, Abbate l’ha portata con lui e mi ha detto di averla buttata in una campana del vetro in una strada dietro via La Farina. Voglio precisare che, diversamente da quanto ho detto nel primo interrogatorio, la mazza non è stata bruciata la sera stessa dell’aggressione ma qualche giorno dopo, non so essere più preciso, se uno o due giorni dopo siamo andati lì e abbiamo dato fuoco alla campana e la cassonetto. So che Ingrassia aveva incaricato Francesco Castronovo di procurare una mazza, cosa che poi non ha fatto”. Nelle nuove dichiarazioni Siragusa continua quindi a negare il coinvolgimento di Francesco Castronovo e Paolo Cocco.