"I poveri sono la nostra speranza"
Biagio Conte, terza notte per strada
Il suo nuovo appello per gli ultimi
PALERMO. "I poveri sono la nostra speranza". Biagio Conte lancia un nuovo messaggio alla città di Palermo. Quella appena passata è la terza notte che il missionario laico trascorre per strada e in digiuno per stare al fianco di chi non ha una casa né un lavoro. Un nuovo appello, scritto sotto i portici delle Poste centrali di via Roma, un luogo in cui la notte trovano riparo i clochard ed è proprio qui che fratel Biagio ha deciso di portare avanti la sua protesta per fare sentire forte il "grido" dei poveri. "L'umanità deve essere solidale verso chi è privo di beni essenziali e muore di fame - scrive Biagio Conte -, verso chi profugo della Patria cerca un rifugio per se e per i suoi, i bambini che saranno gli uomini e le donne del futuro. Ogni essere vivente deve avere la sua identità, un riconoscimento, un documento, una residenza, una integrazione per poter ricominciare una nuova vita. E' nostro dovere ascoltare il grido di chi rimasto senza occupazione vede pericolosamente minacciato il proprio domani, la perdita della casa, della propria famiglia e della sua dignità". Chiama in causa le istituzioni religiose e politiche: "Fratel Biagio pieno di speranza invita il nostro Papa, il nostro Vescovo, le varie religioni, il nostro sindaco, il nostro presidente della Regione il nostro presidente dello Stato e tutti i cittadini a rispondere al male con la preghiera, il digiuno e le opere prima che sia troppo tardi. Si firma "Piccolo servo inutile", ma in poche ore fratel Biagio ancora una volta è sceso in strada per risvegliare le coscienze di tutti e anche stavolta la città sembra rispondere al suo grido di aiuto. Politici, giornalisti, ma soprattutto volontari e cittadini. Tanta gente in queste ore si reca sotto i portici delle Poste centrali per fargli visita e sostenerlo. Dall'assessore comunale alle Attività sociali, Giuseppe Mattina, al deputato regionale Vincenzo Figuccia. Ora dopo ora, il flusso di persone è stato continuo e costante. Nel pomeriggio, il porticato si trasforma in un polo musicale: persone con la chitarra si siedono e intonano Halleluja di Coen, Let it be dei Beatles, Laudato si’. Oggi sul Giornale di Sicilia anche un reportage di Alessandra Turrisi.