PALERMO. Un vero commando specializzato nelle rapine ai furgoni carichi di sigarette, con tanto di sequestri di persona ai danni degli autisti. Nove i colpi, due andati a segno, con un bottino di quasi un milione di euro. Un'associazione a delinquere che i carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno azzerato alle prime luci dell'alba, arrestando tredici persone. Un commando caratterizzato da una struttura solida e articolata che operava ripartendo, tra gli affiliati, ruoli e competenze, con pianificazione dei colpi, furto di mezzi idonei anche agli sbarramenti stradali, immobilizzazione e sequestro delle vittime, sottrazione e successiva ricettazione della merce. Nella notte è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo, nei confronti dei 13 componenti del commando (di cui 9 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) dell’associazione finalizzata alla perpetrazione di rapine agli autotrasportatori. Gli arrestati sono: Alessandro Algeri, 33 anni, Fabio Alvaro Algeri, 28 anni, Alessandro Cannizzaro, 39 anni, Andrea Garofalo, 23 anni, Giuseppe Garofalo, 27 anni, Gioacchino Precania, 35 anni, Cesare Unniemi, 36 anni, Roberto Ferrante, 48 anni, Giuseppe Luisa, 44 anni. Ai domiciliari, invece, sono andati Pietro Sanzo, 37 anni, Domenico Di Vita, 53 anni, Vincenzo Oliva, 53 anni, Giovanni Puccio, 23 anni. «E' stato azzerato un vero e proprio commando - ha spiegato Antonio Di Stasio comandante provinciale dei carabinieri di Palermo -, dotato di una struttura solida e articolata, che - dedito alla commissione di rapine ai danni di autotrasportatori di tabacchi - operava da tempo in città ripartendosi ruoli e competenze. Sono state documentate 9 rapine (7 tentativi e 2 portate a termine) che, se portate tutte a segno, avrebbero fruttato alle casse dei malviventi un ingente guadagno». L’attività investigativa dei carabinieri di Palermo è stata avviata dopo un tentativo di rapina, avvenuto a fine settembre 2016 in via Pirandello. Dopo alcuni mesi di indagini è emerso che il gruppo criminale agiva sempre con auto e scooter, spesso rubati, e seguiva tecniche rodate. Prima di ogni rapina tutti i componenti della banda si incontravano per definire ruoli e compiti. A capo della banda c'erano Cesare Unniemi e Alessandro Cannizzaro. I due sovrintendevano la fase decisionale ma di solito, dopo aver terminato l’incontro mattutino, restavano defilati e non partecipavano direttamente all’assalto né alle procedure di scarico e di occultamento della merce, sovraintendendo invece agli aspetti organizzativi delle rapine.