PADOVA. Sarà il tribunale di sorveglianza di Padova a decidere sulla richiesta della procura di una restrizione della libertà vigilata o il trasferimento in una 'casa di lavoro' per Giuseppe Salvatore Riina, il figlio di Totò Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra morto una settimana fa, da tempo nella città veneta in regime di libertà vigilata. La richiesta della procura - secondo quanto riporta la stampa locale - è legata a una serie di accertamenti compiuti nei mesi scorsi dalla polizia, dai quali emergerebbe che Giuseppe Salvatore Riina avrebbe avuto incontri e fatto affari con alcuni spacciatori di droga già noti alle forze dell'ordine - uno tunisino è stato arrestato a settembre -, venendo meno all'obbligo imposto dai giudici di non frequentare pregiudicati, e che sarebbe stato sorpreso a girare di notte, mentre dalle 22 alle 6 dovrebbe restare in casa.