CORLEONE. Corleone s'è svegliata con la notizia della morte di Totò Riina, il padrino di Cosa nostra. Nel bar della piazza gli avventori non parlano d’altro, ma nessuno ci vuol mettere la faccia. «Spero che con lui muoia anche la mafia», dice una donna. La piazza centrale è ancora semivuota. Tra un caffè e un cornetto, la gente mormora. «Era ora», dice un giovane. I più anziani sfuggono al cronista: «Ora arrivano le televisioni». Un uomo che porta al guinzaglio un cane afferma: «Che devo dire, mi dispiace per la famiglia». Un passante sbotta: «Ancora una volta si parlerà di Corleone nei giornali e in Tv per la mafia, basta...». «Forse finalmente ci toglieremo di mezzo quell'appellativo di «capitale» della mafia che ci ha segnato per colpa di Riina e dei suoi amici, ma sarà dura: è una eredità pesante», aggiunge un ragazzo in giacca e cravatta con un tablet sotto braccio. A Corleone vivono poco più di 11 mila abitanti, il comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nell’agosto di un anno fa.