PALERMO. Sono stati rinviati a giudizio dal gup Fabrizio Anfuso sette imputati fra imprenditori, dipendenti e dirigenti comunali a cui sono contestati a vario titolo i reati di falso, omissione e disastro ambientale. Finirono nell’inchiesta sullo scandalo della “discarica” scoperta tre anni fa all’interno del parco Cassarà, il secondo più grande polmone verde della città dopo il parco della Favorita.
Sono stati prosciolti Roberto Giaconia e Francesco Fiorino, dirigenti del settore Ambiente di Palazzo delle Aquile, assistiti rispettivamente dagli avvocati Giandomenico Bondì e Carmelo Garlisi. A giudizio vanno, a partire dal 16 gennaio prossimo davanti alla terza sezione penale, Luigi Trovato e Francesco Savarino (direttori dei lavori), Emanuele Caschetto (legale rappresentante del consorzio che ha realizzato i lavori), l’imprenditore Gianfranco Caccamo, Giorgio Parrino, Michelangelo Morreale ed Eugenio Agnello (l’intera commissione di collaudo).
Hanno scelto l’abbreviato Vincenzo Polizzi (responsabile della realizzazione del parco), Filippo e Francesco Chiazzese, due imprenditori. L’inchiesta è stata coordinata dai sostituti procuratori Alessandro Clemente e Fabiola Furnari.
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