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Assalto ad un supermercato e alla Posta, presi tre rapinatori

PALERMO. Tre uomini irrompono armati nell’ufficio postale di via Aldo Moro a Monreale, ma all’interno c’è un carabiniere libero dal servizio in compagnia della moglie e della figlioletta. Il militare non ha dubbi e affronta gli uomini con la pistola in mano e li mette in fuga.

I tre non contenti decidono di dirigersi verso Palermo. Scelgono un  supermercato di via Beato Angelico, ma questa volta riescono a portare via l’incasso di 225 euro. Entrambe le rapine sono state messe a segno nella stessa giornata del 22 luglio 2016. I tre arrestati sono palermitani:  Vincenzo Chiofalo, di 24 anni, Francesco Quartararo, di 25 anni, e Umberto Milazzo, di 28 anni.

Proprio Milazzo era in permesso premio dal carcere e si era unito alla banda per commettere le rapine. Ad incastrarlo le immagini delle telecamere del commissariato Zisa-Borgonuovo dove, poco prima della rapina, si era presentato con gli stessi indumenti che aveva durante le rapine, per ottemperare all’obbligo di firma.

I carabinieri per risalire all’identità dei tre uomini hanno analizzato i filmati dei sistemi di video sorveglianza, svolto intercettazioni, servizi di osservazione e di pedinamento. I militari hanno riscontrato che il 22 luglio 2016, alle 17, Chiofalo, Quartararo e Milazzo erano a bordo di una Smart di proprietà di un loro conoscente.

Dalla visione delle immagini di alcune telecamere installate sull’itinerario percorso dall’autovettura utilizzata dai rapinatori e anche grazie alle testimonianze di alcuni cittadini che si trovavano nei pressi dell’ufficio postale di Monreale, i militari sono riusciti a risalire al proprietario dell’auto, che è indagato per favoreggiamento.

La Smart è stata ritrovata, in parte smontata e solo dopo alcune settimane, nelle vicinanze dell’abitazione  del proprietario. Nel corso dell’ispezione del mezzo, è stata trovata un’intercapedine sotto la pedana poggia piedi del lato passeggero dove era stata nascosta l’arma durante gli spostamenti tra Monreale e Palermo.

I carabinieri per risalire a Chiofalo hanno analizzato le chiamate effettuate prima e dopo le rapine con gli altri indagati. Mentre Quartararo era alla guida della Smart e nelle settimane successive al 22 luglio 2016 era stato contattato dal proprietario dell’auto più volte perché voleva che gli venissero risarciti i danni arrecati alla sua autovettura.

I tre uomini erano molto sicuri di non essere individuati proprio per aver utilizzato una Smart in tre, quando questa è omologata soltanto per il trasporto di due persone. I tre intercettati telefonicamente hanno parlato del carabiniere che li ha fermati all’ufficio postale, che al massimo avrebbe potuto prendere il numero di targa, senza però accertare quanti fossero all’interno dell’auto.

Le perquisizioni  a casa degli indagati hanno permesso di trovare e sequestrare gli indumenti utilizzati durante le rapine, i telefoni cellulari e una pistola giocattolo, utilizzata per mettere a segno i colpi.

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