PALERMO. Per circa sei anni e mezzo – dal febbraio 2008 a novembre 2014 - ha percepito lo stipendio da insegnante di religione, essendosi però dimesso dalla scuola dove lavorava. Così un prete, originario di Catania, ma parroco a Palermo, è stato rinviato a giudizio per truffa dal gup Nicola Aiello. Il processo comincerà il 7 febbraio prossimo davanti alla quinta sezione del Tribunale di Palermo in composizione monocratica.
In sei anni sono stati accreditati sul conto del parroco 168 mila euro, che adesso sta restituendo a rate. Dal 2015, infatti, il prete – che sostiene di non essersi mai accorto dell’accredito dello stipendio – ha riconosciuto di avere ricevuto somme non dovute e ha rateizzato il debito con lo Stato.
Secondo la Procura, invece, l’uomo avrebbe mantenuto un “malizioso silenzio” approfittando dell’errore dei funzionari della Ragioneria dello Stato che hanno continuato a corrispondergli la retribuzione. L’imputato, assistito dall’avvocato Antonino Ganci, ha respinto però ogni accusa di dolo presentando al giudice la lettera di dimissioni ricevuta dalla scuola e il fax inviato dall’istituto all’ufficio scolastico regionale a febbraio 2008.
Poi il prete ha continuato a insegnare ma in un altro istituto professionale per qualche anno. Proprio per questo non si sarebbe accorto del doppio stipendio percepito.
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