PALERMO. La terza sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a 16 anni Antonino Maranzano, accusato di usura ed estorsione, e a 9 anni Francesco Paolo Giunta, accusato di usura.
Secondo la ricostruzione del pm Andrea Fusco, i due a fronte di un prestito di 4.200 euro ne avrebbero chiesti e ottenuti seimila. A chiedere il prestito è stata una coppia che viveva allo Zen (i giudici hanno disposto come risarcimento alle vittime, costituite parte civile nel processo, una provvisionale di 50mila euro).
L’uomo, che da piccolo aveva conosciuto Maranzano, nel 2010 – quando lo ha rincontrato allo Zen – gli illustrò la sua difficile situazione economica. Così Maranzano si offrì di aiutarlo (ai giudici dirà di averlo fatto a titolo gratuito).
Secondo l’accusa, a fronte di un prestito di 350 euro Maranzano e il nipote Giunta avrebbero presto assegni postdatati da 500 euro, fino ad arrivare a un prestito di 4.200 euro con un ritorno di seimila euro.
In un caso, nel 2011, i due si sarebbero presentati a casa delle vittime con un coltello. Inoltre, Maranzano avrebbe preteso la restituzione di altri dodicimila euro (a titolo di interessi) pena l’occupazione della casa dove vivevano i due coniugi.
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