PALERMO. Schiaffi, botte e grida. Così una maestra della scuola materna di Corleone puniva i bambini anche per piccole disattenzioni. La donna è stata sospesa dai pubblici uffici per dodici mesi, con sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Per lei, 54 anni, l'accusa è di maltrattamenti nei confronti dei piccoli alunni. Le delicate attività d’indagine, dirette dalla procura della repubblica di Termini Imerese, sono state avviate in seguito alla denuncia della mamma di un bambino. Il piccolo ha raccontato che la maestra lo aveva maltrattato. Gli inquirenti hanno installato delle microtelecamere che hanno permesso di confermare quanto denunciato dalla madre del bambino. Secondo quanto è stato ricostruito la maestra ha strattonato e picchiato i bambini quando i piccoli non si comportavano in modo corretto. Dalle immagini delle telecamere si vede la donna che perde la pazienza anche quando gli alunni fanno cadere sul pavimento dei giocattoli. Durante i quasi due mesi d’indagine, i militari hanno registrato diversi episodi di maltrattamenti. Si vede la donna che dà schiaffi alla nuca ai piccoli alunni ogni volta che rimaneva sola con i bambini. Già nel mese di marzo, dopo l’ennesimo episodio di violenza, i carabinieri di Corleone erano intervenuti, allontanando la maestra dall’aula e portandola in caserma. La donna era stata posta ai domiciliari perché colta in flagranza di reato. Poi, a distanza di alcuni mesi, la sezione per il riesame del Tribunale penale di Palermo ha accolto il ricorso della procura applicando la misura cautelare della sospensione dai pubblici uffici, con interdizione dalle attività connesse con l’incarico di maestra per dodici mesi, con provvedimento divenuto definitivo in seguito alla pronuncia della Corte di Cassazione. Sulla vicenda è intervenuto il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, Antonio Di Stasio: “Se prevenire è meglio di curare, già il filosofo e matematico greco Pitagora affermava: ‘Educa i bambini e non sarà poi necessario punire gli uomini’. È ormai riconosciuto come il denominatore comune della violenza sui minori derivi da un rapporto cosciente o inconscio di strumentalizzazione del bambino, reso possibile dalla superiorità fisica o psichica dell’adulto dal quale la vita del bambino dipende. Per questo non dimentichiamo mai che ‘Tre cose ci sono rimaste dal Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini’”.