Omicidio in pieno giorno all'Arenella
Fermata una ragazza di vent'anni
"Gli spari dopo una lite fra vicini"
PALERMO. Impugna la pistola e spara per regolare un conto di famiglia. Lo fa in pieno giorno, per strada, davanti a tutti, davanti anche a dei bambini che in quel momento stanno giocando a pochi metri. E anche lei è quasi una bambina. Ha un volto e un nome, secondo la polizia, la donna che ieri pomeriggio all'Arenella ha sparato e ucciso Leonardo Bua e ha ferito il fratello Giuseppe. Si chiama Alessandra Ballarò, ha vent'anni, e sarebbe lei ad aver fatto fuoco. Ballarò è stata fermata dalla squadra mobile, ad indicarla come la responsabile della sparatoria, nella zona marinara dell'Arenella, sono stati i familiari delle vittime e alcuni testimoni. Una esecuzione vera e propria: Bua è stato centrato alla testa, mentre sul selciato sono stati ritrovati almeno due bossoli. Il movente pare sia legato a dissidi di vicinato, forse una proprietà contesa. L'unica certezza è che ieri pomeriggio, intorno alle 17, piazza Caruso, nel cuore del quartiere dominio del boss Gaetano Fidanzati, ha fatto da sfondo a questo delitto consumato alla luce del sole. Tanto che qualcuno della zona avrebbe ripreso con uno smartphone le fasi della lite prima e del successivo omicidio. Immagini video che adesso sono state acquisite dalla squadra mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, e che potranno aiutare a raccontare come siano andate le cose. Una ricostruzione che sembra fuori dalla realtà se si pensa ad una ragazzina di vent'anni, un volto qualsiasi, un paio di jeans e una felpa scura con la cerniera, che impugna una pistola e spara a due uomini dell'Arenella con il doppio dei suoi anni: uno lo uccide sul colpo, l'altro lo manda in Rianimazione. Poi Alessandra, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe fatto sparire la pistola, non si sa ancora se abbia avuto o meno dei complici, e si sarebbe cambiata gli abiti sporchi di sangue, probabilmente consapevole che l'arrivo della polizia era questione di minuti. La vicenda presenta delle analogie con un altro omicidio avvenuto in zona meno di un mese fa. Era il 18 settembre quando all'Acquasanta un uomo di 48 anni, Pietro Francesco Maronia, posteggiatore abusivo, venne ucciso con una coltellata in vicolo Pipitone, non lontano dal luogo dell'omicidio di ieri. La polizia fermò Giovanni Pizzuto, 28 anni, che confessò il delitto dicendo: "Mi sono difeso perché mi ha puntato la pistola contro e ha minacciato la mia famiglia".