PALERMO. È morto per un male incurabile l’avvocato Francesco Marasà, che tutti conoscevano come Franco, penalista tra i più noti del Foro di Palermo: fra i suoi tantissimi clienti anche Bernardo Provenzano, che aveva assistito assieme alla collega Rosalba Di Gregorio, sua collega di studio e moglie, con cui ha diviso la vita, la carriera e i successi professionali.
Settantatré anni, Marasà si era formato affrontando la «palestra» del maxiprocesso, in cui si era affermato come professionista dallo stile risoluto ma efficace, non sempre gradito dai pubblici ministeri: cosa che però non gli aveva impedito di conseguire assoluzioni di imputati di mafia in processi che per le difese, soprattutto dopo le stragi, si facevano sempre più difficili.
Marasà e la Di Gregorio hanno assistito i boss di Santa Maria di Gesù e di Villagrazia ma anche del clan di Porta Nuova. Dopo la cattura, Provenzano nominò proprio lui e la Di Gregorio. Assieme alla moglie anche la difesa di Vittorio Mangano e degli altri familiari coinvolti in vicende di mafia, a Palermo e a Milano: lo stalliere di Arcore, coinvolto nelle vicende e nelle inchieste su Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi, morì in carcere, così come lo stesso «Binu» Provenzano.
Tra gli assistiti anche Nino Velio Sprio, l’impiegato regionale condannato a cinque ergastoli per altrettanti omicidi. I funerali di Marasà domani alle 11,30 nella chiesa di San Michele, a Palermo.
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