PALERMO. Rischia una condanna a cinque anni, dopo quella a otto anni nel primo troncone del processo Ciapi, il manager della pubblicità Faustino Giacchetto, imputato anche nel cosiddetto Ciapi bis. Tanti ne ha chiesti il pm Piero Padova nel processo che si svolge davanti alla seconda sezione del tribunale di Palermo.
In questa parte dell’inchiesta finirono anche i politici e i funzionari che, secondo l'accusa, avrebbero favorito Giacchetto nel suo ruolo di collettore di fondi per la pubblicità per i corsi di formazione del Ciapi ricevendo in cambio bustarelle, viaggi e altre regalìe.
Erano stati tutti rinviati a giudizio, ma per molti di loro si profila la prescrizione, per altri è stata chiesta l’assoluzione. Sono prescritti i reati che avrebbe compiuto l'ex assessore regionale alla Famiglia Francesco Scoma che rispondeva di corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti.
Il processo, infatti, con tutta probabilità, è già destinato a risolversi in un nulla di fatto visto che i reati contestati sono del 2009 e andranno in prescrizione già a fine anno. Viaggiano verso la prescrizione anche i parlamentari (all’epoca dei fatti) Nino Dina, Santi Formica, Salvino Caputo. Chiesta l’assoluzione per mancanza dell’elemento soggettivo (e quindi la mancanza di consapevolezza che non fossero state rispettate le procedure) Salvatore Alotta e Gerlando Inzerillo, ex consiglieri comunali di Palermo, Salvatore Sanfilippo, sindaco di Santa Flavia.
Di truffa erano invece chiamati a rispondere, in questo secondo troncone di processo, anche tre dirigenti del Ciapi, Sandro Compagno, Carmelo Bellissimo e Calogero Bongiorno (chiesta per loro l’assoluzione) e otto imprenditori: Vincenzo Li Mandri, Massimiliano Sala, Armando Caggegi, Giancarlo Ferrara, Maurizio Pipitone, Antonina Di Salvo, Alfredo Flaccomio e Ornella Graziano. Per tutti è stata chiesta l’assoluzione o la prescrizione.
Caricamento commenti
Commenta la notizia