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L'omicidio del Capo: la lite in un pub della Vucciria, poi la vendetta

PALERMO. È caccia aperta al complice di Calogero Pietro Lo Presti, arrestato per il plateale omicidio al Capo del fruttivendolo Andrea Cusimano. Chi infatti accompagnava il presunto sicario ha abbandonato la macchina alla Kalsa e poi è sparito dalla circolazione, ma ha alle costole gli investigatori che stanno ricostruendo tutti i tasselli del delitto.

Novità arrivano invece per quanto riguarda il movente: sembra che tutto sia nato da una lite in un pub della Vucciria tra componenti delle famiglie Lo Presti e Cusimano, probabilmente il padre del presunto assassino e il fratello della vittima. Una lite che nessuno ha denunciato ma che, evidentemente, è rimasta così impressa da scatenare un omicidio in pieno giorno. E anche in maniera evidentemente "sanguigna" da parte di chi ha compiuto il gesto.

Lo Presti e il complice, infatti,  non solo non si sono preoccupati di recuperare una macchina che non fosse a loro collegabile, ma hanno anche utilizzato un’arma che è quasi un residuato bellico. Un vecchio revolver calibro 8 francese mai utilizzato in delitti di mafia.

Hanno solo contato, come ha sottolineato il giudice per le indagini preliminari, sull’omertà dei testimoni. Per questo Lo Presti ha inseguito la vittima tra le bancarelle del mercato, incurante di essere riconosciuto dai tanti commercianti. Che poi infatti sono rimasti in silenzio. Ha avuto solo la sfortuna di incrociare due carabinieri.

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