PALERMO. Nessuna finta candidatura, Ismaele La Vardera era davvero in corsa per la poltrona di sindaco di Palermo. Giulio Corsini, giudice della prima sezione civile del tribunale di Palermo ha emesso un'ordinanza con cui ha respinto il ricorso d'urgenza presentato da Alessandro Pagano, segretario di Noi con Salvini per la Sicilia occidentale, con cui si chiedeva di fermare la diffusione del documentario con le registrazioni realizzate di nascosto dall'ex Iena. Pagano è stato condannato anche a risarcire 1.500 euro di spese legali. Il giornalista palermitano era tra i candidati alle amministrative, sostenuto da Fratelli d'Italia e Noi con Salvini. Al termine del voto non aveva nascosto che durante la campagna elettorale aveva filmato di nascosto i vari incontri a cui aveva partecipato, alimentando dunque le polemiche e il sospetto che la sua candidatura fosse una messa in scena per realizzare il documentario. Il tribunale ritiene che il documentario non possa essere bloccato: "Premesso che l'attività di Ismaele La Vardera che viene in rilievo può essere inquadrata nella nozione di attività giornalistica, non v'è dubbio che ricorrano astrattamente i profili dell'interesse generale alla conoscenza dei retroscena legati allo svolgimento della campagna elettorale e, in linea ipotetica, il requisito della verità della notizia, non potendosi disconoscere la verità ontologica della riproduzione delle immagini e/o dei colloqui avuti dal resistente durante la campagna elettorale". Il giudice entra nel merito nella sua pronuncia anche sulla veridicità della candidatura di La Vardera: "Non pare sussistere la violazione dell'art. 640 c.p., giacché non v'è prova delle intenzioni asseritamente fraudolente del resistente; il quale - per quello che qui risulta - ha regolarmente partecipato alla campagna sostenendo anche delle spese documentate, i cui giustificativi sono stati allegati al fascicolo di parte". "Ho atteso in silenzio per tutte queste settimane - commenta La Vardera sul suo profilo Facebook - in attesa di questo giudizio da cui emergono tante cose importanti: la mia candidatura era assolutamente autentica, potevo assolutamente registrare senza compiere alcun illecito. Ringrazio i miei avvocati Alberto Merlo e Stefano Toniolo dello studio legale Martinez per la grande professionalità".