PALERMO. Il pm Claudio Camilleri ha chiesto la condanna a quattro anni per l’ex presidente di Rfi, Dario Lo Bosco, coinvolto nell’inchiesta sulle tangenti ai dirigenti delle Ferrovie. L’inchiesta della Procura coinvolge anche Lo Bosco e i funzionari del Corpo forestale Giuseppe Marranca e Giuseppe Quattrocchi accusati a vario titolo di corruzione e induzione indebita a promettere utilità. La posizione di Marranca e Quattrocchi è stata stralciata ed è trattata in un troncone parallelo. Dal processo è uscito Massimo Campione, imprenditore agrigentino che ha collaborato con inquirenti accusando proprio Lo Bosco. Per il difensore di Lo Bosco, l’avvocato Sergio Monaco che ne ha chiesto l’assoluzione, Campione è inattendibile. Per quanto riguarda Campione, il gup aveva accolto nella scorsa udienza l’istanza dell’avvocato di Campione, Nino Caleca, disponendo l’affidamento in prova ai servizi sociali che porterà all’estinzione del reato. Una nuova norma la cui applicazione è stata sollecitata da Caleca. L’accusa per Campione è di induzione alla corruzione. L'inchiesta, coordinata dal pm Claudio Camilleri, ruota attorno a due distinte vicende. Lo Bosco avrebbe ricevuto 58mila euro per spingere Rfi ad acquistare un sensore per il monitoraggio dell'usura delle carrozze ferroviarie affittate a terzi. Quattrocchi e Marranca avrebbero ricevuto complessivamente circa 250mila euro: in cambio avrebbero evitato intoppi nei lavori di ammodernamento della rete di radiocomunicazioni della Forestale che Campione si era aggiudicato, vincendo un appalto di 26 milioni bandito dal Corpo forestale. Campione, titolare di una società di costruzioni, fu fermato, nel 2015, dalla polizia con una lista di nomi, con accanto delle cifre: una sorta di libro mastro delle tangenti. Gli indagati hanno sempre respinto le accuse.