PALERMO. Arrivano le prime condanne dopo gli arresti del 2015 che smantellarono un'organizzazione che in questi anni ha consentito a centinaia di falsi invalidi di percepire pensioni e accompagnamento.
Il gup Ermelinda Marfia ha condannato a 5 anni e 6 mesi Giuseppe Cinà (assistito dall’avvocato Giovanni La Bua), Giovanna Naccari a due anni, Maria Vaccaro a un anno e quattro mesi, Patrizia Ribaudo a due anni accusati a vario titolo di truffa e tentata estorsione.
Gli indagati furono coinvolti in un'inchiesta che smantellò un'organizzazione in grado di causare un danno di 3-4 milioni di euro allo Stato permettendo a centinaia di falsi invalidi di percepire pensioni e accompagnamento. L'indagine e' partita da Patrizia Ribaudo che ha raccontato agli inquirenti di aver trovato in un armadio, nella casa messa a disposizione dal padre di sua figlia, Giovanni Tantillo, e da Giuseppe Cinà, un maxi archivio con centinaia di pratiche di invalidità.
Secondo quanto accertato dai carabinieri la donna chiedeva denaro ai due per tacere sulla scoperta: per questo la procura le ha contestato la tentata estorsione.
Rinviati a giudizio – il processo comincerà il 18 ottobre davanti alla quarta sezione penale – Andrea Tantillo, Giovanni Tantillo, Nicola Cipolla, Alina Nicoleta Carmaz, Paola Pipitone, Salvatore Abbate, Deborah Serpa, Alba Barcellona, Franca Cinà, Nunzio Cinà, Loreta Giammona, Francesco Longo, Maddalena Marano, Poalo Meli, Giuseppe Mignosi, Maria Modica, Antonio Seidita. L’Inps si è costituito parte civile.
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