PALERMO. Un debito con il fisco di 1,8 milioni, comunque già rateizzato dalla Agenzia delle entrate. Per questo (il reato è disposto nel Decreto legislativo 74 del 2000, art. 10 ter) è indagato Maurizio Zamparini, proprietario ed ex presidente del Palermo. Il reato si estinguerà quando il pagamento sarà concluso.
Dal fascicolo sul mancato pagamento dell'Iva, che è relativo agli anni 2014 e 2015, sarebbe nata l'indagine conoscitiva della Procura sui conti del Palermo. Indagine subito chiusa, dice il legale del Palermo Enrico Sanseverino, quando è stata consegnata la certificazione sulla rateizzazione del pagamento che è in corso. L'ex presidente del Palermo aveva seccamente smentito la notizia dell'indagine della Procura di Palermo su un presunto buco nei conti.
In effetti, il Palermo ha chiuso il bilancio 2016 con un utile di 395.743 euro, al netto delle tasse. Il pareggio è stato permesso, come ha scritto la società in una nota, dalla cessione dell'intero pacchetto di quote detenuto nella società Mepal unipersonale, che detiene il marchio "Palermo Calcio" (marchio che era stato conferito a Mepal, insieme al piano di merchandising e a alcuni contratti di licenza, nel 2014).
LA REPLICA SUL SITO DEL PALERMO: "Alla chiusura annuale della dichiarazione dell’IVA 2014, la Società, essendo in difficoltà di liquido, ha chiesto ed ottenuto di rateizzare l’importo di IVA non pagato per euro 1.884.578 e l’Agenzia delle Entrate ha concesso la rateizzazione con 20 rate da euro 104.320,42 cadauna, per un importo complessivo con interessi e sanzione di euro 2.086.408,56. Ad oggi sono state pagate 9 rate per un importo di euro 938.883,94. Quanto sopra per chiarezza sull’accaduto. Si precisa, inoltre, che l’indagine della Procura di Palermo è un atto dovuto".
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