PALERMO. "Graviano racconta che quando il figlio fece la prima comunione, nel 2006, e lui si trovava nel carcere di Spoleto, il ragazzo gli chiese se poteva ingaggiare Gigi D'Alessio, il quale, dopo avergli dato la disponibilità, rifiutò l'invito perché seppe chi era lui". E' la sintesi del racconto fatto dal boss Graviano, che non sapeva di essere intercettato, al detenuto con cui trascorreva l'ora d'aria nel carcere di Ascoli Piceno.
La vicenda è riportata dalla Dia e depositata agli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia. "Graviano - proseguono gli investigatori - definisce il cantante 'pezzo di infame', perché aveva rifiutato il suo invito, mentre non aveva rifiutato quello dei Marcianise e di altri soggetti malavitosi".
L'INTERCETTAZIONE SULL'ANTIMAFIA. "Ora se tu vedi in Sicilia è diventata una vergogna... tutti questi dell'antimafia. Ti ricordi quello della Confindustria, Montante... lo chiamano 10 pentiti". E' il "giudizio" che il boss Giuseppe Graviano, da 24 anni a 41 bis, da' dell'antimafia siciliana. La valutazione del capomafia, riferita al camorrista Umberto Adinolfi con cui condivide l'ora d'aria è stata intercettata dagli investigatori e depositata agli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia. Il riferimento è all'ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, indagato a Caltanissetta per concorso in associazione mafiosa. "Come emblematica di una antimafia fasulla Graviano cita anche "il giudice delle misure di prevenzione di Palermo" (Silvana Saguto, indagata per corruzione e sospesa dalle funzioni e dallo stipendio Ndr) e "il presidente dell'antiracket di Castellammare del Golfo vicino al latitante Matteo Messina Denaro". "Sono tutti che fanno l'antimafia - conclude il boss - e si prendono i lavori ed ancora il Governo non se ne accorge".
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