PALERMO. “E’ vero ho dato un calcio in pancia alla signora, ma l’ho fatto perché ho temuto per la vita del mio fidanzato”. Questo il racconto di Veronica Rizzo, accusata di aver partecipato il 7 maggio scorso al tentativo di omicidio di un’anziana che è stata aggredita a colpi di forbice nella sua abitazione in via Empedocle Restivo a Palermo. Rizzo è ai domiciliari e ha confessato davanti al gip Nicola Aiello che nei giorni scorsi aveva disposto l’arresto. Erano già finiti in manette il convivente Domenico Federico e un diciassettenne che avrebbero picchiato la donna di 83 anni. L'anziana è viva per miracolo ed è riuscita a superare il coma e l'intervento chirurgico per una profonda ferita al petto provocata da un paio di forbici. Veronica Rizzo - secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile - avrebbe sferrato calci e pugni alla vittima quando questa era già a terra e ferita dai due uomini. “Ho dato solo un calcio – ha ribadito l’indagata – e l’ho fatto perché la signora aveva morso Domenico. Io sono terrorizzata dal sangue quindi sono scappata subito”. Il difensore aveva chiesto la revoca della misura cautelare, ma il gip l’ha invece confermata. La donna di 83 anni venne aggredita perché aveva scoperto che Domenico Federico, suo muratore di fiducia, aveva rubato da casa gioielli e un borsello. Lo aveva convocato a casa sua per discutere di quanto era successo. La donna, infatti, lo avrebbe subito accusato del furto e ha inveito contro lui. Federico e il 17enne avrebbero anche tentato di soffocarla con un foulard ed un cuscino. Poi assieme a Veronica Rizzo sono fuggiti a bordo di una Fiat Cinquecento. La vittima ha finto di aver perso conoscenza e ha chiamato i vicini che hanno chiamato i soccorsi.