PALERMO. Sono stati condannati a tre anni di carcere l'imprenditore Francesco Spezia e il suo collaboratore, il geometra Giuseppe Pilato, accusati di corruzione. A due anni è stato condannato, invece, Salvatore Torcivia, funzionario del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, imputato di turbativa d'asta. Fu indagato anche Giuseppe Marino, figlio di un magistrato di Palermo, processato in abbreviato. La vicenda riguarda i lavori al carcere dell'Ucciardone di Palermo, svolti dalla ditta "Spe.fra.". L’appalto sarebbe stato pilotato con la complicità, così sostiene la Procura, di due funzionari tecnici del Provveditorato dell'amministrazione regionale, gli ingegneri Marino e Torcivia. Il primo lavoro a finire nel mirino delle indagini della squadra mobile di Trapani fu quello per realizzare una cucina in un'ala del carcere. Gli investigatori, a caccia di Matteo Messina Denaro, seguivano l'imprenditore Francesco Spezia: lo intercettarono mentre parlava di 25 banconote da consegnare a qualcuno. Secondo gli inquirenti, era l'ingegnere Marino. Dopo l'incontro, Spezia tornò in auto e commentò quanto era avvenuto con il geometra della sua ditta, Giuseppe Pilato, anche lui come Spezia arrestato e oggi condannato.