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Clochard bruciato vivo, consulenti: omicida ha deficit mentale

Giuseppe Pecoraro, l'uomo accusato dell'omicidio

PALERMO. Capacità di intendere e volere gravemente limitata e "disagio antisociale": a esprimere dubbi sulla salute mentale di Giuseppe Pecoraro, imputato dell'omicidio del clochard Marcello Cimino, bruciato vivo, a marzo scorso, mentre dormiva su un giaciglio di fortuna davanti al ricovero dei Capuccini a Palermo, sono sia i consulenti della difesa, che lo psicologo del carcere Pagliarelli che l'ha visitato.

Due giudizi pesanti che seguono la decisione del gip, che ha convalidato il fermo dopo il delitto, di sottoporlo a una terapia psichiatrica per evitare gesti di autolesionismo. I legali dell'indagato, reo confesso, gli avvocati Carolina Varchi e Brigida Alaimo, hanno ottenuto dal carcere la possibilità di far entrare un loro consulente nell'istituto di pena per accertamenti sulla capacità di intendere e di volere del loro assistito.

La consulenza verrà formalmente depositata giovedì, ma secondo quanto anticipato dagli esperti, Pecoraro avrebbe un forte deficit psichico. Entro giovedì, poi, i difensori dovranno esprimersi sull'eventuale scelta del rito. Il gip, le scorse settimane, ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzato dalla Procura, scelta che consente di "saltare" l'udienza preliminare. I legali devono decidere se optare per il rito abbreviato o andare a giudizio. Dopo il fermo, l'omicida aveva confessato sostenendo di aver agito per gelosia.

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