PALERMO. All'ospedale Civico c'è solo disperazione. Non c'è spazio per altro. Parenti e amici della piccola Giulia Mazzola, la bambina di sei anni morta in un tragico incidente questa mattina in via Arcoleo, si sono riuniti qui, dopo aver saputo della tragedia. Di fronte alla camera mortuaria del Civico si sono riunite più di 200 persone. Ci sono anche volanti della polizia, con gli agenti che controllano tutto. Nei minuti successivi all'annuncio che Giulia non ce l'ha fatta, c'è stato anche qualche momento di tensione, ed è per questo che la situazione è monitorata dai poliziotti. Piange disperato il padre, Massimo Mazzola, un muratore. Tutti insieme abitavano in via Mongitore, nel quartiere di Ballarò. "Come farò senza mia figlia, come farò?", dice. Tutti lo abbracciano, ma è un dolore insopportabile, inconsolabile. La madre, Livia, ricoverata al Policlinico (con alcune fratture e un forte trauma cranico), ancora non sa della morte della figlia. Intanto gli uomini dell'infortunistica della polizia municipale continuano ad indagare su quanto accaduto in via Arcoleo. Secondo una prima ricostruzione alla guida dell'auto Golf nera c'era la sorella della bambina, Caterina Mazzola incinta all'ottavo mese e ricoverata nel reparto di Ginecologia del Civico. Nel posto del passeggero invece c'era la mamma della piccola che, sembrerebbe tenesse in braccio la bambina. Nell'altra auto, una Hyundai, c'erano marito e moglie di Santa Flavia. Alla guida c'era un uomo, con una donna, rimasta anche lei ferita, nel lato passeggero. La piccola Giulia, che avrebbe compiuto sette anni ad agosto, dopo l'impatto tra le due vetture sarebbe stata morta schiacciata tra l'airbag e la madre che la teneva in braccio. In un primo momento si era diffusa la notizia che la piccola fosse stata sbalzata dall'auto, ipotesi che gli accertamenti della polizia municipale hanno escluso. La procura di Palermo ovviamente ha aperto un'inchiesta e valuterà sia la responsabilità degli autisti sia quella dei familiari della bimba. Si dovrà accertare se, come emergerebbe dai primi rilievi, la vittima si trovasse effettivamente senza cintura di sicurezza, in braccio alla madre, sul sedile anteriore e non, dietro, nel seggiolino, come prevede la legge.