PALERMO. Torna a Palermo l'inchiesta sulla morte del cameraman palermitano Mario Biondo, trovato impiccato nella sua abitazione di Madrid, a maggio del 2013. Dopo una nuova autopsia, diverse rogatorie e l'analisi delle foto della stanza in cui fu scoperto il cadavere, i pm di Palermo Gery Ferrara e Claudio Camilleri, avevano trasmesso gli atti alla Procura di Roma invocando una nuova norma che assegna ai magistrati della Capitale la competenza sui reati commessi ai danni di un italiano all'estero. Il fascicolo, però, è stato rimandato a Palermo perché nel frattempo una disposizione interpretativa ha stabilito che la modifica legislativa si applica solo ai casi successivi all'entrata in vigore della nuova legge. Il caso che ha impegnato i pm palermitani per due anni, comunque, si avvia verso l'archiviazione: il medico legale Paolo Procaccianti, che eseguì l'autopsia dopo la riesumazione del cadavere disposta dalla Procura di Palermo, è netto: Biondo, che al momento della morte era sotto effetto di alcol e droga, si è suicidato. Sia l'esame del corpo sia le foto dell'ambiente in cui è stato trovato il cadavere, messe a disposizione dalle autorità iberiche, non sono compatibili con l'ipotesi dell'omicidio. Secondo l'anatomopatologo, il cadavere non avrebbe segni ne' di violenza ne' di pressione: il ragazzo, dunque, si sarebbe stretto da solo la pashmina di seta attorno al collo, dopo averla attaccata alla libreria. Biondo era sposato con una nota giornalista spagnola, Raquel Sanchez Silva, che i due magistrati siciliani hanno interrogato, insieme ad altri testi, due volte. Gli investigatori spagnoli chiusero il caso sostenendo la tesi del suicidio. Dopo l'esposto dei familiari di Biondo i pm di Palermo aprirono un'inchiesta a carico di ignoti.