PALERMO. Il Tribunale di Palermo - sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro di un negozio d’abbigliamento e di un motoveicolo, per un valore di 120mila euro. Si tratta di beni di Stefano Macaluso, di 32 anni, recentemente arrestato durante l'operazione antidroga “H24”, relativa allo spaccio di cocaina a professionisti della “Palermo bene”.
Macaluso annovera una serie di condanne per reati contro il patrimonio, ma anche una condanna con sentenza della Corte d’Appello di Palermo, divenuta irrevocabile il 15 marzo 2016, alla pena di anni uno e mesi quattro di reclusione sempre per spaccio di sostanze stupefacenti.
Macaluso è stato arrestato lo scorso 14 febbraio a seguito delle indagini svolte dalla squadra mobile di Palermo. Avrebbe avuto un ruolo di spicco e sarebbe stato un punto di riferimento per i vari assuntori, un fornitore con una disponibilità costante e consistente di sostanza stupefacente capace di soddisfare le esigenze di una domanda sempre in crescita.
Il giro d’affari si aggirava intorno ai 300mila euro con circa 2 chili di droga smerciata ad insospettabili professionisti tra gli acquirenti. Per comprare la cocaina gli appuntamenti con gli indagati avvenivano anche nelle zone della movida palermitana. L’operazione “H24” ha scoperto due gruppi distinti dediti allo spaccio di cocaina, che attraverso alcune utenze cellulari “dedicate” e sempre accese, tra cui quella di Macaluso avrebbero fornito un servizio di consegne a domicilio dello stupefacente attivo h24.
Le indagini patrimoniali da parte del personale dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura su Stefano Macaluso e sul suo nucleo familiare hanno permesso di appurare una dimensione reddituale così irrisoria e fortemente squilibrata rispetto agli acquisti ed investimenti effettuati. Gli inquirenti ritengono che i beni di Macaluso possano essere frutto dell’attività illecita connessa allo spaccio di sostanze stupefacenti o dall’investimento dei proventi dello spaccio di droga.
Nel corso dell’operazione H24 sono stati arrestati oltre a Macaluso anche Antonino Di Betta, 27 anni, Danilo Biancucci, 27 anni, Giovanni Fiorellino, 25 anni; Alessandro La Dolcetta, 21 anni. Dalle intercettazioni dei cellulari sarebbe emerso che Macaluso e Di Betta si sarebbero alternati nei turni di spaccio. Di solito Macaluso faceva il “turno” dalle 8 alle 20, mentre la notte lavorava Di Betta.
Sono stati monitorati per sessanta giorni e hanno ricevuto circa 80 richieste al giorno di cocaina, che raddoppiavano nei festivi, finendo col far registrare oltre 22 mila conversazioni. Una raffica di chiamate, circa 300 al giorno, tutte codificate, sintetiche. Servivano a mettersi d’accordo per gli incontri.
Dai sequestri, è emerso che la cocaina era molto pura, con principio attivo sempre superiore al 76%. Secondo le stime della Procura, gli acquirenti censiti sono 580, con minimo 80 richieste al giorno evase dai pusher (il doppio nei weekend). Sono 22 mila in tutto le telefonate registrate con oltre 5.500 messaggi. La dose minima smerciata era di 0,4 grammi.
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