PALERMO. La Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di carcere, per omicidio, per Benedetto Conti. Nel 2013 uccise a coltellate l'ex convivente, Rosy Bonanno, mentre il figlio di appena due anni dormiva nella stanza accanto. La Suprema corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura generale che aveva appellato l’esclusione della aggravante della premeditazione. Non sarebbe comunque cambiata la pena. La vittima, di 26 anni, aveva denunciato l'uomo per maltrattamenti due volte, una nel 2010, l'altra nel 2011. Entrambe le denunce furono archiviate dal gip su richiesta della Procura di Palermo perché la Bonanno, sentita dagli inquirenti, minimizzò i fatti e in un caso ritirò la querela sostenendo che i dissidi erano cessati. Il processo si è svolto in abbreviato. La famiglia Bonanno si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Paola Rubino. Dopo l’omicidio la madre di Rosy Bonanno, Teresa Matassa, parlò di “delitto annunciato”. La giovane fu uccisa dopo un ennesimo litigio a colpi di coltello dall'ex convivente. Botte, insulti e minacce, raccontarono, dal canto loro, i familiari della ragazza parlando dei rapporti con l’ex. Conti dopo il delitto è fuggito. La polizia lo ha fermato a Villabate. Agli agenti che lo hanno ammanettato ha detto di aver ingerito del veleno per topi per suicidarsi: è stato allora accompagnato in ospedale per una lavanda gastrica. A scoprire il cadavere è stato il padre della donna assassinata. Lei abitava infatti con i genitori da alcuni mesi dopo la separazione. Ma era un continuo calvario. Conti non accettava questa situazione e andava quotidianamente dai suoceri.