PALERMO. C'è anche un'associazione animalista tra le parti civili accolte nell’udienza preliminare del procedimento a carico di Pino Maniaci, il direttore di Telejato, accusato di estorsione nei confronti di alcuni amministratori locali, e altri dieci indagati: Nicolò e Antonio Salto; Giuseppe, Tommaso, Francesco, Davide e Antonino Giambrone, Francesco e Salvatore Petruso, Antonino Frisina, Salvatore Brugnano. Uno degli indagati è infatti accusato di avere ucciso i cani di un commerciante per intimidirlo. Sono in tutto 15 le parti civile, ma nessuna si è costituita nei confronti del giornalista.
Nell’udienza di questa mattina, uno degli indagati ha scelto l’abbreviato. Si tratta di Salvatore Brugnano. I legali di Maniaci, Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia, hanno invece chiesto la separazione della posizione del loro assistito da quelle degli altri per mancanza di connessione di fatti e reati. Su questo il gup Gabriella Natale si pronuncerà nella prossima udienza del 14 marzo.
Maniaci era tornato libero dopo la decisione del gip Nicola Aiello che aveva revocato la misura cautelare di divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani. La battaglia tra Procura e difesa è infatti cominciata ben prima del processo.
Il giornalista, ripreso dai carabinieri mentre chiedeva denaro ai sindaci dei comuni di Partinico e Borgetto, ha sempre respinto le accuse. Adesso dovrà difendersi dall’accusa di aver chiesto con insistenza soldi ai sindaci di Borgetto, Gioacchino De Luca, e Partinico, Salvo Lo Biundo. A Maniaci viene contestato anche di aver imposto a un assessore di Borgetto l’acquisto di duemila magliette col logo della sua emittente.