PALERMO. Imprese, terreni, appartamenti, posti auto, depositi, garage e 43 tra vetture, trattori, rimorchi e altro. Un tesoro da dodici milioni di euro che la sezione analisi ed indagini patrimoniali della squadra mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, ha confiscato a Francesco Francofonti, classe 1955, dopo un decreto, su proposta del questore, del tribunale di Palermo (Sezione misure di prevenzione), come anticipato dal Giornale di Sicilia nei giorni scorsi. L'uomo, un imprenditore ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Brancaccio, è stato arrestato dalla mobile nel maggio 2009 per associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione.
Le indagini svolte dalla polizia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno permesso di sequestrare e, successivamente confiscare, un consistente patrimonio costituito da imprese operanti in campo edile, nella commercializzazione di materiali da costruzione, nel movimento terra, nel settore del recupero e smaltimento di rifiuti edili, di beni immobili, beni mobili, conti correnti e polizze assicurative.
L'attività di indagine patrimoniale ha permesso di accertare come Francofonti, in virtù della posizione ricoperta all'interno della sua famiglia mafiosa, si sarebbe avvantaggiato di tutti quei "meccanismi di pressione" tipici dell'organizzazione criminale, espandendosi, secondo le indagini, prepotentemente nel settore edile e di movimentazione terra, traendone, così, notevoli vantaggi economici personali.
L'analisi incrociata tra gli elementi emersi nel corso dell'indagine penale e gli accertamenti economico-patrimoniali hanno permesso di avviare nei confronti del sessantaduenne una articolata attività di contrasto ai patrimoni accumulati illecitamente, conclusa con il decreto e la successiva confisca.
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