PALERMO. C’è anche un carabiniere in servizio a Palermo tra le persone che hanno contatti con una delle due bande di pusher – in cinque sono stati arrestati questa mattina - che smerciavano cocaina al dettaglio in centro a Palermo e vantavano una serie di professionisti fra i clienti.
L’uomo è stato identificato perché chiamava proprio dal comando. Non c’è prova però dello scambio di droga tra lo spacciatore e il militare. Come emerge dalle intercettazioni, i due erano molto in confidenza (“Ciao gioia”, si dicono) ma i loro rapporti personali non sono stati chiariti.
Le telefonate alla banda composta da Danilo Biancucci, Giovanni Fiorellino e Alessandro La Dolcetta arrivavano anche dal numero di uno studio dentistico di Palermo, così come da un meccanico che lavorava in un’officina del centro. Quello che emerge dalle indagini è anche l’assenza dei dovuti accorgimenti per non farsi scoprire.
Infatti entrambe le bande – nonostante l’arresto di uno dei loro componenti - hanno continuato a utilizzare l’utenza intercettata, avendo necessità di mantenere i contatti con i clienti per informarli prontamente dell’impiego di un ulteriore numero di telefono in sostituzione di quello potenzialmente “bruciato”.
Anche per il secondo gruppo di pusher i numeri sono indicativi: tra il 9 novembre e il 9 dicembre scorso sono arrivate 13.736 telefonate con una media di più di 457 chiamate/messaggi al giorno e la presenza di 331 nominativi.
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