PALERMO. Ad un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni, anche Palermo, come in altre città italiane, ha ricordato il giovane ricercatore italiano assassinato in Egitto, organizzando una fiaccolata per chiedere verità sulla sua morte. La mobilitazione nazionale è stata organizzata da Arci e Amnesty International, per chiedere verità per Giulio e per le persone vittime di sparizione forzata e tortura in Egitto. A Palermo un centinaio di persone sono radunate davanti a palazzo delle Aquile, sede del Municipio, in piazza Pretoria. I manifestanti hanno uno striscione con scritto "Verità per Giulio Regeni" e in mano lumini accesi. Altre fiaccole sono state accese simbolicamente alle 19.41, l'ora in cui il giovane dottorando uscì per l'ultima volta dalla sua abitazione prima della scomparsa. Numerose le iniziative anche in tutta Italia. Ieri il premier, Paolo Gentiloni, e il presidente del Senato, Piero Grasso, hanno rinnovato ai genitori di Giulio il proprio impegno per ottenere giustizia. Il Capo dello Stato ha chiesto "la collaborazione più ampia ed efficace" per arrestare i colpevoli. Ma Paola e Claudio Regeni chiedono di mandare segnali forti al governo di Al Sisi: "L'ambasciatore italiano non deve tornare al Cairo: si darebbe un segnale di distensione che non è il caso di dare" hanno detto, sottolineando l'importanza di non mandare in Egitto i pezzi di ricambio degli F35. Anche a Fiumicello, paese d'origine del giovane italiano massacrato in Egitto, si è svolta una fiaccolata davanti al Municipio. Intanto, Amnesty Italia è stata regista della giornata di mobilitazione #365giornisenzaGiulio A Torino un grande striscione giallo con la scritta 'Verità per Giulio' è stato appeso alla facciata dell'edificio dell'ex tribunale. Il comune di Udine ha deposto una corona in piazza Libertà, ai piedi della Colonna della Giustizia, in memoria del giovane ricercatore friulano. La Sapienza ha ospitato un sit-in. "Non mollate, non mollate per noi" è l'appello lanciato dalla mamma e il papà di Giulio, in collegamento telefonico con l'ateneo romano dove centinaia di manifesti gialli con il ritratto del ragazzo si sono alzati al cielo per chiedere "verità e giustizia" sulla sua morte, mentre sul palco si sono alternati numerosi interventi, tra cui quello dello scrittore Erri De Luca. Un minuto di silenzio è stato osservato dal personale dell'ambasciata d'Italia al Cairo. Anche il Csm ha fatto sentire la sua voce. "Le autorità egiziane facciano tutto ciò che sono obbligate a fare e che non stanno facendo - ha sollecitato il vice presidente Giovanni Legnini a nome di tutti i consiglieri - per fare emergere la verità sulla fine così tragica di Giulio Regeni". "Non ci accontenteremo di nient'altro che la verità", ha twittato ieri il ministro degli Esteri Angelino Alfano mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, su Facebook ha fatto notare come il tempo "non ha per nulla fiaccato la voce dei tanti, tantissimi che continuano a chiedere giustizia per Giulio Regeni". Anzi. "E' stata la forza di questo movimento, diffuso e popolare, che ha fatto accantonare le prime ricostruzioni dell'omicidio, ridicole e oltraggiose" ha detto. Politici di diversi schieramenti e tanti amministratori locali hanno espresso vicinanza ai genitori del giovane ricercatore. "Non siete soli", "troveremo la verità" li ha rincuorati la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, annunciando che il Miur sosterrà la proposta per l'istituzione di una borsa di studio a lui dedicata.