PALERMO. Il giudice monocratico ha assolto "perché il fatto non sussiste" Lidia Perrone, direttrice del Centro di clinica estetica Ippocrate di Palermo finito nel mirino della Procura per presunte irregolarità nel 2012 e poi chiuso. Secondo l’accusa, avrebbero potuto eseguire solo piccole prestazioni ambulatoriali, nella pratica avrebbero fatto di tutto, dalla ricostruzione del seno a quella di naso e labbra. L’avvocato di Lidia Perrone, Stefano Santoro, ha però dimostrato l’insussistenza delle accuse perché il centro avrebbe avuto l’autorizzazione per eseguire gli interventi e non c’era nessuna irregolarità. L' indagine prende le mosse da un' ispezione dei carabinieri del Nas nella struttura di via Nunzio Morello numero 10, nell' ambito di una maxi-operazione su protesi mammarie fuori legge. Nella clinica sotto accusa sono arrivati anche gli ispettori dell' assessorato alla Salute, che ha collaborato coi militari per far venire a galla la vicenda e ha chiesto l' immediata revoca dell'autorizzazione concessa nel 2008 dall'Asp di Palermo. La struttura operava da oltre 15 anni nel settore della medicina estetica.