PALERMO. Continua la “guerra” tra le eredi del patrimonio di Ezio Brancato – la moglie Maria D’Anna e le figlie Monia e Antonella – e la Procura. Il gip Nicola Aiello ha nuovamente disposto il sequestro del patrimonio delle donne che avrebbero attributo fittiziamente a Julio Casellas Quintas la somma di circa 1,8 milioni di euro più anelli, orecchini e bracciali per 90mila euro ( preziosi trovati in una cassetta di sicurezza dell’istituto Credit di Andorra). Il giudice ha dato quindi ragione al pm Siro De Flammineis che indaga sulla vicenda. Secondo l’accusa, le donne – che hanno ereditato i beni di società facenti capo al “gruppo Gas”, controllato da Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano – avrebbero spostato grandi somme di denaro dopo i primi sequestri. In particolare, in un solo giorno (il 14 giugno del 2013), un mese dopo i sequestri disposti dalla Misure di Prevenzione, D’Anna avrebbe trasferito a Quintas Casellas oltre un milione di euro. Il gip ha quindi disposto il sequestro di cinque conti correnti ad Andorra e dei gioielli trovati. Qualche mese fa, il Tribunale del Riesame aveva rigettato l'appello della Procura che chiedeva gli arresti domiciliari per la vedova Maria D'Anna e la figlia Antonella Brancato, indagate per trasferimento fraudolento di valori. La prima istanza (che era anche nei confronti di Monia Brancato e per il marito Julio Quintas Casellas era già stata rigettata dal gip Nicola Aiello ad agosto. Il giudice, pur ritenendo sussistenti sia i gravi indizi di colpevolezza, aveva però stabilito che la stessa misura non sarebbe stata "attuale".