PADOVA. Festività natalizie in famiglia a Corleone per Giuseppe Salvatore Riina, il figlio dell'uomo che era definito «capo dei capi di Cosa Nostra» Totò Riina. Scattano le polemiche. Il giudice del Tribunale di Sorveglianza di Padova ha concesso al giovane, che da tempo vive e lavora a Padova, sottoposto a misura di sicurezza, di trascorrere le feste assieme alla madre. La decisione - come dice il Corriere del Veneto - è stata comunicata a Giuseppe Salvatore Riina attraverso il suo legale, in risposta una una istanza in tal senso che aveva presentato nei giorni scorsi. La decisione del giudice ha generato diversi malumori, fra cui quelli dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, che commenta: «Lo Stato sembra complessato verso la famiglia Riina, il figlio del 'boss' terrorista ha potuto riavvicinarsi alla famiglia per queste feste di Natale», afferma Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione. «Bene siamo tutti più buoni! Ma come mai, Signor Primo Ministro, Signor Ministro, Signor Sottosegretario di Stato, i familiari delle vittime di mafia, vittime massacrate dal tritolo stragista di Riina non hanno avuto sentore di quanto gli spetta per legge, ovvero quei vitalizi che danno ai familiari degli invalidi la possibilità di occuparsi delle vittime sopravvissute al tritolo? Come mai - prosegue il comunicato - le vittime di Riina non hanno goduto in questo Natale della stessa bontà profusa al 'capo mafià? Come mai lo Stato corre sempre in mutuo soccorso dei familiari di Riina e non è mai il tempo di sanare le spettanze delle vittime? Questo perchè i burocrati non vengono toccati dal Natale nei confronti delle vittime di mafia?». «Domande che dobbiamo porci se il figlio di Riina può abbracciare i suoi cari e i nostri figli - conclude il comunicato - devono invece aspettare sempre tempi migliori».