PALERMO. C'era anche la fiction "Il segreto dell'acqua" prodotta dalla Magnolia nella lista delle vittime del racket dei boss del quartiere Noce di Palermo.
Il processo, che ha portato a numerose condanne nel troncone in abbreviato, si è concluso anche in ordinario con la condanna a quattro anni di Vincenzo Cirà, componente della segreteria tecnica dell'ufficio di gabinetto dell'assessorato regionale del Turismo, accusato di concussione, chiamato in causa dai responsabili di Magnolia Fiction, a cui sarebbe stato chiesto di pagare non solo il pizzo ai boss, ma anche l'assunzione di una persona sul set della fiction tv con Riccardo Scamarcio.
L'assunzione era quella di Francesco Vella, che fu poi preso non come attore ma come addetto alla sicurezza. Vella - assistito dall'avvocato Nora Campo - è stato assolto dall'accusa di estorsione per "non aver commesso il fatto". Assolti anche i tre accusati di traffico di stupefacenti: Vincenzo Cosenza, Alessandro Longo, Crocifisso Di Gennaro, assistiti da Antonio Gargano e Debora Speciale.
Nell'indagine che portò in carcere 41 persone nel 2012 sono emerse le richieste di pizzo a bar, ristoranti, una focacceria a due passi dal tribunale, imprese edili. Secondo le ricostruzioni degli investigatori i titolari di un'agenzia di servizi di Palermo, i Castagna, vicini alle cosche avrebbero tentato di imporre le proprie prestazioni professionali alla società di produzione. Per convincerli ad accettare i loro servizi sarebbero ricorsi a minacce e danneggiamenti, ma i responsabili hanno denunciato tutto agli investigatori.
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