PALERMO. Torna ad infiammarsi il "caso" delle presunte firme false a sostegno della lista del Movimento 5 stelle in occasione delle elezioni comunali a Palermo del 2012. I tre deputati del M5s indagati, Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, e altre due colleghe dello stesso gruppo, Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo, hanno infatti presentato un esposto alla Procura e all'ordine degli avvocati di Palermo. "Attenderemo che le istituzioni investite ricostruiscano fatti e responsabilità. Ci interessa soltanto che il Movimento 5 stelle si affermi sempre nella massima trasparenza. Non speculeremo su nulla". E' quanto dichiarano i parlamentari in una nota diffusa dal loro legale, l'avvocato Domenico Montalbano. Negli atti il legale chiede "di accertare i rapporti tra l'avvocato Salvatore Ugo Forello (in lista per le comunarie e tra i possibili candidati a sindaco di Palermo per i 5stelle) e il procuratore aggiunto che si sta occupando delle indagini". "Ciò sulla base del contenuto di una mail dello stesso Forello, che - scrive Montalbano - a un attivista del Movimento 5 stelle ha fornito la propria disponibilità a mediare, precisando d'aver incontrato il magistrato che indaga e che la propria 'disponibilità di fare da ponte-tramite con la Procura non ha nulla a che vedere con la mia professione di avvocato'. Nella mail Forello ha aggiunto che 'chi segue le indagini è persona che mi rispetta e mi stima'". Al centro degli esposti un altro messaggio di posta elettronica, trasmesso dalla deputata regionale siciliana Claudia La Rocca, la quale si è poi dichiarata colpevole per le firme, tirando in ballo altri due eletti con il M5s, "benché nella mail in questione avesse precisato di ricordare poco della vicenda". "La Rocca - si legge nella nota - è difesa da un legale che lavora nello stesso studio di Forello, fondatore del comitato 'Addiopizzo' e oggi attivo per una candidatura con 5 stelle alle prossime comunali di Palermo". "Un clima ed un'atmosfera - afferma Monteleone ai magistrati palermitani e all'Ordine degli avvocati - che non appaiono consoni alla professione forense ma, soprattutto, che mostrano riferimenti e ammiccamenti debordanti". Nell'inchiesta della Procura di Palermo sono fino ad ora indagati con l'accusa di falso complessivamente 13 persone tra parlamentari nazionali e regionali del M5s, attivisti e un cancelliere del tribunale.