PALERMO. Il gup Nicola Aiello ha condannato a quattro anni ciascuno (già scontati di un terzo per il rito abbreviato) il poliziotto, Felice Galletta, e la moglie, Chiara Spanò, arrestati a marzo per sfruttamento della prostituzione. Erano stati proprio i colleghi di Galletta a eseguire l'operazione che ha messo fine a un giro di prostituzione in finte case vacanza.
L'inchiesta era partita dalla segnalazione al 113 di un residente di via Giotto stanco del viavai nel palazzo dove vive. A raggiungere quell'appartamento, ma anche diversi altri sparsi per la città, sono i clienti attirati dall'annuncio: “Bella siciliana riceve per appuntamento”, pubblicato su una delle tante bacheche on line. I due sono stati infatti condannati anche per reclutamento della prostituzione.
I prezzi - secondo le indagini - variavano da 50 a 100 euro a secondo della prestazione.
Le prostitute avrebbero lavorato in diversi appartamenti sparsi per la città. Uno era in corso dei Mille e ne è stata disposta la confisca. Quelle case erano state affittate, secondo la ricostruzione degli inquirenti, da un agente di polizia. Un insospettabile per eccellenza che avrebbe subaffittato le case a otto ragazze palermitane e due trans brasiliani, incassando fino a 400 euro a settimana. A inchiodare i due sono state le intercettazioni. “Mi servono i soldi, sono rimasta senza una lira”, spiegava una delle ragazze a Galletta. Grazie ai loro racconti si scopre che l'agente avrebbe incassato 15 euro a cliente.
Tra gli "avventori" anche quelli dai gusti particolari che preferivano i trans. Uno di loro si faceva chiamare Anaconda ed era molto richiesto, tanto da far infuriare il vicino di casa che si lamentava con Galletta. I due imputati, assistiti dall'avvocato Salvino Caputo, si sono sempre difesi dicendo di aver affittato le case come B&B e di non sapere quello che succedeva lì dentro.
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