PALERMO. Il Comitato per l'ordine e la sicurezza che si è svolto nei giorni scorsi in Prefettura a Palermo ha deciso di togliere l'unico agente di scorta con l'auto al giudice Silvana Saguto, coinvolta nello scandalo sulla gestione dei beni sequestrati. È stato deciso che per garantire la sicurezza al magistrato basta una 'vigilanza dinamica" davanti all'abitazione del magistrato. La decisione, secondo quanto si è appreso, non sarebbe collegata con l'inchiesta della procura di Caltanissetta sulla gestione dei beni sequestrati in cui l'ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale è indagata. La scorta della Saguto, sospesa dal Csm e con uno stipendio ridotto di due terzi, era diventato un «caso» anche in Parlamento. Nell'ottobre del 2015, quando si seppe dell'inchiesta, i senatori di Italia dei Valori Alessandra Bencini e Maurizio Romani presentarono un'interrogazione chiedendo la revoca della scorta. La risposta del sottosegretario alla giustizia Federica Chiavaroli arrivò un anno dopo. Saguto aveva sì la scorta, ma con un livello di protezione più basso. E cioè una macchina non blindata e un solo agente al seguito. Di recente il sindacato «Palermo di Libertà e Sicurezza Polizia di Stato», in una nota, chiedeva se «in considerazione del delicato momento economico che da tempo vive il nostro Paese e dei continui sacrifici a cui sono chiamati tutti i cittadini italiani e gli appartenenti alle forze dell'ordine, sia ancora indispensabile il mantenimento di questo tipo di tutela personale nei confronti di chi, si legge dalle accuse, disponeva delle proprie funzioni per fini personali». Il magistrato può ancora contestare la decisione e fare un ricorso amministrativo.