PALERMO. Il dirigente del Comparto della polizia stradale della Sicilia Occidentale, il comandante Lorenzo Ragona ha commentato la notizia degli arresti dei tre agenti della polizia stradale, effettuati dalla squadra mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti. L’accusa è di corruzione, concussione e falso. Secondo quanto ricostruito i poliziotti avrebbero preso di mira due imprenditori che si sarebbero poi ribellati e hanno denunciato. I tre sono Nicolino Di Biagio, Giuseppe Sparacino e Francesco Paolo Minà. “Le indagini che sono state attivate servono a fare pulizia delle mele marce. Noi eravamo già da tempo a conoscenza del fatto che erano stati avviati dei controlli su alcuni agenti del nostro compartimento - dice Ragona -. Noi stiamo seguendo le indagini della Squadra mobile, ma siamo comunque cauti e dobbiamo capire bene cosa si accaduto, perché il nostro compartimento deve rimanere garantista nei confronti di tutti suoi agenti. Sarà poi la magistratura ad assolvere o condannare”. Questo non è il primo caso del genere all’interno della Polizia di Stato. “Spesso la gestione del potere viene intesa male e qualcuno ne fa un abuso- commenta con amarezza Ragona - Se qualcuno perciò ha sbagliato pagherà le conseguenze di quanto verrà accertato dai colleghi della squadra mobile e dalla magistratura”. I controlli sul modo di operare degli agenti viene periodicamente verificato con indagini a campione spiega il capitano Ragona: “Noi facciamo sempre attività di controllo sui nostri poliziotti, ma sono attività di routine e può capitare che qualcosa o qualcuno sfugga ai nostri accertamenti interni”.