Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Bimbo in overdose da cocaina, chiesta condanna a 6 mesi per il padre

PALERMO. Un bimbo di 18 mesi fu ricoverato, nel dicembre 2011, all'ospedale dei bambini di Palermo in fin di vita. Durante la visita furono scoperti sul corpicino del piccolo lividi e graffi ovunque e segni di bruciature – forse da sigaretta - sulle manine. E nelle urine una concentrazione di cocaina tale da far temere un'overdose. La madre è stata condannata a tre anni dal gup nel  2014, mentre per il padre  il pm Ennio Petrigni ha chiesto oggi la condanna a sei mesi per maltrattamenti e lesioni. I genitori, tossicodipendenti, erano entrambi accusati di lesioni gravi per aver lasciato sul tavolo tracce di cocaina che venivano ingerite dal bambino e dagli altri due figli. La madre, secondo il pm, avrebbe colpito ripetutamente alla testa e al volto il piccolo e lasciando che i fratelli gli provocassero, per gioco, bruciature sulle mani, graffi e lesioni traumatiche. Il referto medico, redatto dai medici del Di Crisitina - che accolsero il piccolo poi adottato nel 2012 da una coppia che prese in carico anche il fratello - parla di “aspetto estremamente sofferente, cute fredda e pallidissima, turgore cutaneo ridotto, ecchimosi multiple in volto, lesioni crostose palpebra destra, ecchimosi lobo destro, abrasione al collo, lesioni circolari, una di due centimetri di circa due centimetri, e un’altra circolare di 1,5 centimetri sulla mano destra”. Interrogati dalla polizia, allertata dai medici subito dopo il ricovero, i due hanno inizialmente dato una versione assolutamente inverosimile dei fatti: la madre ha raccontato che il piccolo era caduto dal seggiolone. Le bruciature alle manine gliele avrebbe procurate il fratellino di appena due anni e mezzo con un accendino. Una storia che non ha convinto gli investigatori, i quali sono andati a casa della donna scoprendo la prima di una lunga serie di bugie: la ragazza non viveva più lì, ma da poco si era trasferita dal convivente dove, però non è stato trovato nessun seggiolone. A cedere alle contestazioni della polizia è stato il compagno della donna, che ha raccontato le continue violenze della madre sui bambini. Restava da chiarire la presenza di cocaina nelle urine del piccolo. Poi l'uomo ha ammesso di essere tossicodipendente e di fare uso da tempo di cocaina assieme alla compagna

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