PALERMO. Ennesimo interrogatorio per Dario Nicolicchia, che venerdì scorso è stato raggiunto da una nuova misura cautelare per rapporti sessuali con una tredicenne e reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione nei confronti di una donna di trent’anni. Nicolicchia, finito in carcere lo scorso 18 marzo per aver “persuaso” una minore ad intrattenere rapporti sessuali a pagamento con facoltosi professionisti ed imprenditori palermitani, ha risposto alle domande del gip Lorenzo Matassa difendendosi dalle accuse. Nicolicchia, difeso dall’avvocato Cinzia Pecoraro, ha ammesso di sapere che le sue donne avevano rapporti con altri uomini ma tutto sarebbe avvenuto in modo consensuale. Era una pratica di eccitazione, secondo Nicolicchia, condivisa dalle sue amanti. Tutto viene sempre rapportato, dall’indagato, alla soddisfazione delle sue pulsioni sessuali che non riesce a reprimere. Sull’accusa più grave, e cioè i rapporti con la minore, Nicolicchia ha spiegato di non aver saputo che la ragazzina avesse tredici anni ai tempi del loro primo rapporto, a giugno 2014. Diversa la versione della minore. Adesso sarà l'incidente probatorio, fissato per il 4 novembre, a chiarire sia la situazione psicologica dell’indagato sia i contorni dell’intera vicenda che include anche la presunta induzione alla prostituzione di una sedicenne. Nelle scorse settimane, il difensore di Nicolicchia aveva fatto appello al tribunale del Riesame per la scarcerazione del suo assistito. Il tribunale del riesame ha disposto l'intervento di un perito, che dovrà dire se le condizioni dell'uomo sono compatibili con il regime carcerario, dopo che una perizia disposta dal gip sosteneva che potesse sopportare il carcere. Una perizia che il gip aveva chiesto dopo la presentazione della prima consulenza tecnica della difesa in cui si sosteneva che l'imputato sarebbe "malato di sesso perché vittima di traumi infantili". Ora la difesa ricorrerà al Riesame anche sulla seconda misura cautelare.