PALERMO. La Procura di Palermo ha chiesto l'archiviazione per l'ex capitano rosanero Fabrizio Miccoli, coinvolto nell'inchiesta che ha portato a processo Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino. L'inchiesta, condotta dalla Dia, ruota attorno alle pressioni di cui sarebbe stato vittima, fra il 2010 e il 2011, l'imprendirore Andrea Graffagnini, all'epoca gestore di una discoteca ad Isola delle fFemmine: dalle intercettazioni emergevano i tentativi di Lauricella di recuperare un credito nei suoi confronti. Credito vantato dal nuovo socio del locale, Giorgio Gasparini, ex fisioterapista del Palermo, che si sarebbe rivolto a Miccoli. E Miccoli avrebbe chiesto l'intervento del figlio del boss, con cui aveva un rapporto stretto. Lauricella - difeso da Giovanni Castronovo - è stato condannato a un anno ma non per estorsione aggravata, come aveva chiesto il pm Maurizio Bonaccorso, ma per violenza privata aggravata. Assoluzione per Gioacchino Alioto. "Non ho preso soldi, non c'è stata nessuna estorsione", aveva ripetuto più volte in aula Mauro Lauricella. "Volevo fare un favore al mio amico Fabrizio Miccoli - ha spiegato - che a sua volta stava cercando di dare una mano a un fisioterapista". Dal canto suo, Miccoli, accusato di concorso in estorsione, ha ribadito di non sapere che Mauro Lauricella fosse figlio di un mafioso. "L'ho saputo solo dopo - ha detto in aula -. In ogni caso, questo non aveva importanza. Io voglio bene a Mauro, lo frequentavo nel tempo libero. Con lui mi divertivo. Sono stato sei anni a Palermo e sono andato tre volte in discoteca, sempre con Mauro. Avendo saputo che il fisioterapista aveva qualche problema con questi della discoteca - ha spiegato l'ex bomber rosanero - mi è venuto spontaneo parlare con Mauro. Non sapevo di cosa si trattasse e me ne sono poi disinteressato". Adesso la palla passa al gip Fernando Sestito che si è riservato sulla decisione.