PALERMO. «Una crisi, quella del grano duro siciliano, immediatamente imbavagliata con l'emanazione di una serie di iniziative rimaste, a distanza di mesi, quasi tutte sulla carta. Presso le nostre sedi provinciali giungono quotidianamente numerose richieste di consigli e pareri sulle varietà cerealicole da coltivare per non incappare in una nuova disfatta economica». Lo dice il presidente della Confagricoltura siciliana, Ettore Pottino. «Domande a cui non sappiamo dare risposte attendibili - prosegue - a causa di uno scenario economico complesso e per la mancanza di valide tutele comunitarie in grado di garantire un livello minimo di reddito. È su quest'ultimo punto che monta la rabbia dei produttori i quali, per le stesse direttive comunitarie e nazionali, si trovano costretti ad operare in una giungla, sempre più fitta, di disposizioni di ordine sanitario, di sicurezza del lavoro ed alimentare, in materia di collocamento e di adempimenti burocratici in generale».