Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Il presidente Irfis ai domiciliari nega le minacce all'ex dipendente

Rosario Basile

PALERMO. Si è difeso per oltre due ore davanti al Gip il presidente dell’Irfis, Rosario Basile, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di minacce e calunnia. Ha continuato a ripetere che lui in questa storia è solo una “vittima”. Basile, che è anche il titolare dell’azienda Ksm, ha negato di aver mai minacciato una ex dipendente dell’azienda che sostiene di avere partorito un figlio, frutto della relazione sentimentale con il patron della Ksm. Sarebbe stata quindi la donna - come lo stesso Basile ha denunciato l’anno scorso - a minacciarlo per ottenere del denaro. Per dimostrare la sua tesi, Basile ha detto di avere le prove che la donna sta mentendo e in particolare un cd sul quale è registrata una telefonata con un politico che avrebbe in passato avuto anche lui una relazione con l'ex dipendente della Ksm. Il politico, sentito dai pm nei mesi scorsi, ha detto di avere conosciuto la donna diversi anni fa e che lei voleva candidarsi alle elezioni potendo anche contare sull’appoggio dell’ambiente criminale, avendo una relazione con il figlio di un boss. Nella registrazione che Basile porta ai pm come prova della sua estraneità ai fatti e della malafede della donna, il politico gli racconterebbe di aver saputo dalla donna che lei non è sicura del fatto che il figlio che aspetta sia di Basile. “Sono stato io - ha spiegato - a denunciare tutto alla magistratura. Ero vittima di estorsione, come potevo costruire prove false? Ma poi, secondo voi, sono così cretino da mandarmi sms falsi e poi portarli ai carabinieri? Io ho sempre collaborato con gli inquirenti e con la magistratura”. Basile ha anche negato di avere avuto informazioni  da un maresciallo dei carabinieri, Salvatore Cassarà, che è stato accusato di rivelazione di segreto d'ufficio. “Ero io che davo informazioni”, ha ribadito il patron della Ksm.

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