PALERMO. E' stato annullato dal Tribunale del riesame il sequestro di conti correnti per un milione e mezzo di euro che era stato disposto per le tre eredi di Ezio Brancato, proprietario della azienda “Gas spa” che si occupò della metanizzazione della Sicilia. Sono state quindi accolte le richieste degli avvocati Alberto Polizzi ed Ernesto D'Angelo, che assistono Maria D'Anna e le figlie Monia e Antonella.
La società di metanizzazione Gas, che tra gli anni '80 e gli anni '90 ha consentito affari miliardari all'ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, era stata formalmente costituita da un funzionario regionale Ezio Brancato, ritenuto dagli inquirenti socio occulto di Ciancimino.
Da anni al centro di indagini che hanno coinvolto i familiari di Brancato, che è morto nel 2000, era tornata all'attenzione delle Fiamme Gialle ad agosto scorso con il sequestro ad Andorra, nel corso di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo, beni per un milione e mezzo agli eredi dei Brancato.
Moglie e figlie di Brancato, a cui nel 2013 furono sequestrati beni per 48 milioni incassati dalla vendita della Gas, avrebbero cercato di evitare il sequestro di gioielli e soldi trasferendoli nel Principato. Per gli inquirenti la Gas, sostenuta e appoggiata anche dal boss Bernardo Provenzano, sarebbe stata lo snodo di un giro di tangenti a politici siciliani che hanno sempre negato di avere preso soldi in cambio di "favori". E alla fine le loro posizioni sono state archiviate.
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