PALERMO. Da quando l’ha incontrato non ha più dimenticato quegli occhioni gialli… misterici. Occhioni dolci ma impauriti. Da qualche tempo quel meticcio di circa due anni era diventato il “passatempo” preferito di un gruppo di teppisti che si divertivano a bastonarlo e a filmare poi tutto con i telefonini.
Ma quando ha visto quella donna esile dall’accento del Nord che l’ha accarezzato e che si è preoccupata per lui, è stato afflato a prima vista. L’ha seguita docile per circa mezzo chilometro. Non voleva più staccarsi da lei, chiedeva affetto, qualcuno che gli volesse bene, qualcuno al quale riversare tanto amore. E quella donna milanese gli ha trasmesso subito tanto calore e ha deciso di adottarlo.
“L’ho trovato il giorno del Festino di Santa Rosalia. Un fioretto, un dono, non so se più per lui o più per me - racconta Silvia De Laude, docente di Letteratura Italiana moderna e contemporanea all’università Bicocca di Milano -. Adesso sono molto triste perché il cane, che ho chiamato Guido, si trova ancora a Palermo. Non l’ho potuto portare subito con me a Milano perché la compagnia aerea con la quale avrei dovuto viaggiare non consentiva il trasporto di animali. Il mio sogno ora è di farlo arrivare qui, dove vivo con i miei due figli e un altro vecchio cane, preso tanti anni fa in canile. Purtroppo per diversi motivi al momento non mi permettono di tornare a Palermo, ma potrei dotare il cane, che nel frattempo ha documenti e microchip, di un biglietto e 'intestarlo' per il volo a qualcuno. Lo porterebbe a Punta Raisi un mio amico, e io verrei a prenderlo a Malpensa o a Linate. Una volta l’ho fatto anch’io a Roma, mettendo la firma per una cagnolina che non ho neppure visto, se non all’arrivo, quando la sua nuova padrona è venuta a prenderla”.
Silvia De Laude era giunta a Palermo qualche giorno fa assieme al professore Carlo Ginzburg e a Malcolm Einaudi, della Fondazione Einaudi di Torino, in occasione di una cerimonia commemorativa: l’apposizione di una targa davanti alla casa della scrittrice Natalia Ginzburg, in via Libertà a cento anni dalla sua nascita.
“Avevo soprattutto nostalgia di Palermo, dove ero venuta per la prima volta nel 1997. Adesso sono tornata e quella mattina del 14 luglio mi trovavo nella zona di via Leonardo da Vinci quando ho visto Guido che ha cominciato a seguirmi. Stava morendo di sete, era pieno di zecche, aveva un orecchio sanguinante e una zampa con segni evidenti di bruciature. Era impaurito. E così l’ho subito portato da una veterinaria che gli ha fatto gli esami del sangue, un trattamento antiparassitario e si è accorta che aveva delle bruciature alle zampe. Guido era pieno di zecche, a grappoli, non aveva microchip e probabilmente era sempre vissuto per la strada. Dopodiché l’ho portato in un negozio di toelettatura per cani e il titolare, amante degli animali, mi ha detto che aveva ricevuto diverse segnalazioni proprio su Guido: da più di una settimana era diventato il bersaglio di un gruppo di teppisti in motorino armati di bastone, che lo seviziavano e filmavano coi telefonini le loro prodezze. Alcune animaliste avevano cercato di prenderlo e salvarlo, ma era terrorizzato e scappava anche da loro. Chissà perché di me invece si è fidato subito, e ha fatto quasi cinquecento metri seguendomi vicino vicino alla ricerca di un guinzaglio”.
Adesso Guido deve affrontare questo viaggio per potere finalmente avere una casa e un padrone che si possa prendere cura di lui. “Spero tanto che qualche palermitano di buon cuore mi dia una mano per riavere questo regalo o fioretto di Santa Rosalia, come qualcuno mi ha detto quando ero a Palermo. Prometto a chi mi aiuterà che il cane sarà parte della mia famiglia, e lo riporterò a Palermo in vacanza. Questo il mio cellulare 328 9668235”.
Giuseppe Cadili
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