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Incendio sulla Tirrenia Napoli-Palermo, tre rinvii a giudizio

PALERMO. Andranno a processo nel 2017 e precisamente il 7 febbraio, davanti alla quarta sezione del Tribunale di Palermo, i tre indagati per l'incendio scoppiato a bordo del traghetto "Vincenzo Florio" della Tirrenia che andava da Napoli a Palermo - era la notte tra il 28 e il 29 maggio del 2009.

Per il rogo della nave sono imputati il comandante Aurelio Oliviero, il direttore di macchina Pasquale Cummaro, il primo ufficiale di macchina Gaetano Veniero e il responsabile dell'ufficio tecnico della Tirrenia, Antonio Vendittis, che avrebbe ordinato le ventole dell'impianto antincendio senza fornire precisi particolari alla ditta.

A otto anni dal rogo e dopo lunghe indagini, si giunge così a processo anche se la prescrizione è dietro l’angolo. In udienza preliminare non sono mancati i colpi di scena. A febbraio scorso, il capo di imputazione che era passato dal generico "disastro doloso" a "naufragio doloso" era stato riformulato dal pm Carlo Lenzi che ha contestato agli imputati solo l'articolo 450 del codice penale e quindi di "non aver impedito" il disastro. In precedenza, erano accusati anche di averlo cagionato.

Il gip ha però rigettato la richiesta del pm e ha contestato agli imputati l'articolo 449 secondo comma, accusandoli quindi anche di aver causato l'incendio. A bordo c'erano 513 passeggeri e 53 componenti dell'equipaggio, che furono evacuati con scialuppe di salvataggio. Il reato previsto si prescrive in dodici anni.

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