PALERMO. Peculato, truffa aggravata, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Sono queste le accuse contestate al sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, da oggi sottoposto all’obbligo di firma e che in serata ha comunicato le sue dimissioni. L'inchiesta riguarda anche il dipendente comunale Marino Battaglia. La misura cautelare è stata eseguita questa mattina dai carabinieri ed emessa da gip del Tribunale di Termini Imerese, Michele Guarnotta. Burrafato e Battaglia dovranno presentarsi, una volta al giorno, in orari prestabiliti, alla stazione dei carabinieri. Secondo la Procura, in diverse occasioni, il sindaco avrebbe utilizzato l’auto comunale guidata dal suo autista per scopi assolutamente personali. A Burrafato viene contestato anche l’uso dei locali comunali già concessi in locazione a privati e con locazione scaduta e mai rinnovata, per ragioni esclusivamente private. Anche Battaglia avrebbe utilizzato l’auto per scopi personali per circa un anno. L’indagine è stata coordinata dal Procuratore Alfredo Morvillo e dai sostituti procuratori di Termini Imerese Giacomo Brandini e Francesco Gualtieri. Nei mesi scorsi i magistrati avevano inviato i carabinieri anche in Comune, per acquisire tutta la documentazione sui movimenti dell'auto: fogli di viaggio, statini delle trasferte, spese per la benzina e la manutenzione. Salvatore Burrafato, figlio del brigadiere della polizia penitenziaria ucciso dalla mafia nel 1982, è uno dei simboli del movimento antimafia. Burrafato nel 2014, per la seconda volta, era stato eletto sindaco a Termini Imerese, dove appoggiato da Pd e Nuovo centro destra, ha vinto al ballottaggio contro lo sfidante Agostino Moscato. «Malgrado non sia obbligato a questo passo, ho maturato la scelta di rassegnare le dimissioni dalla carica di sindaco di Termini Imerese - dice Burrafato-. Ritengo giusto ed opportuno fare un passo indietro per dare serenità a tutto l'apparato municipale nello svolgimento dell'attività quotidiana, allontanando dubbi e sospetti». «Valutate le accuse che mi vengono mosse - prosegue - ed i provvedimenti emessi dai magistrati con decisione e senza tentennamenti sono arrivato alla decisione di presentare le mie dimissioni: non posso più continuare a fare il sindaco di una città difficile e complessa come Termini Imerese». «Ripongo massima fiducia nell'operato della magistratura - conclude - e sono certo di poter chiarire che alla base di quanto contestato c'è una grande confusione che ha ingenerato incomprensioni ed equivoci»