PALERMO. Secondo la Procura, la gestione di alcuni affari del Coinres, l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Bagheria e in altri Comuni del comprensorio palermitano, non erano del tutto legali. Per questo motivo Diego Lo Paro, accusato di estorsione, è stato condannato a 9 anni dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo.
Lo Paro, che lavorava al consorzio per la raccolta dei rifiuti a Bagheria avrebbe preteso dalle ditte che avevano rapporti con il Coinres il pagamento di somme di denaro. Pene inferiori a un anno sono state inflitte ad Antonino Adamo, Pasqualino Barone, Antonino Caputo, Carmelo Guida, Antonino Nocera, Giovan Battista Sardina, Giuseppe Urso, Giovanni Schimmenti, Domenica Pedone, Giacinto Tutino, accusati di truffa.
Un anno e sei mesi (pena sospesa) per Pasquale Di Salvo e Filippo Lombardo. Lo Paro fu arrestato nel 2013, ma l'inchiesta prende le mosse dall'operazione Perseo condotta dai carabinieri nel dicembre del 2008.
In quell'occasione i militari smantellarono il vertice di Cosa nostra palermitana che stava riorganizzandosi: attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali l'indagine risalì a un dipendente del Coinres di Bagheria (poi arrestato), Antonio Di Bella, che avrebbe gestito gli affari illeciti del Coinres grazie alla complicità del responsabile amministrativo del Consorzio Bagheria, Diego Lo Paro.
Il collegio ha anche disposto il risarcimento per il Coinres e il Comune di Bagheria, parti civili nel processo, da quantificare in sede civile.
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