PALERMO. È stato notificato dalla Sezione misure di prevenzione Tribunale di Palermo un provvedimento di sequestro di beni per 500 mila euro. Si tratta del valore di imprese, contanti, conti correnti e veicoli che erano in possesso di Giovanni Di Salvo, di 54 anni, “soldato” della famiglia mafiosa di Bagheria.
L’uomo è stato arrestato nel giugno 2014, nel corso dell’ operazione Reset, ed è stato condannato in primo grado a anni 7 e mesi 2 di reclusione. Di Salvo si trova attualmente recluso in carcere.
Nell’ambito delle indagini dell’operazione Reset Di Salvo è stato considerato il punto di riferimento per la gestione dei contatti tra i boss Giovanni Pietro Flamia, Giorgio Provenzano e del capo famiglia Giuseppe Di Fiore. Di Salvo avrebbe anche attuato estorsioni ed i danneggiamenti ad operatori del settore della pesca. Con il suo “lavoro” Di Salvo avrebbe ottenuto il controllo del mercato della vendita delle esche, particolarmente redditizio a Porticello.
La complessa attività investigativa patrimoniale ha consentito d’individuare e sequestrare un patrimonio illecitamente accumulato. Tra i beni sequestrati c’è l’intero capitale sociale e il complesso di beni aziendali della società “Martinpesca s.r.l., con sede in Santa Flavia (PA), un complesso di beni aziendali dell’impresa “Francesco pesca di Di Salvo Francesco” con sede in Santa Flavia (PA), una somma contante di 49.670 euro, 15 conti correnti e 4 veicoli.
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